Racconti e leggende. La villa di via Rossini a Cagliari, la casa infestata dai fantasmi
Dietro a questi racconti c’è forse una spiegazione più razionale.
Da questa foto di metà del secolo scorso è davvero difficile individuare la zona di Cagliari ritratta. Eppure si tratta del quadrato urbano tra le centralissime via Dante e via Verdi, tagliato trasversalmente da via Rossini e parallelamente da via Puccini.
La foto è stata diffusa su Facebook, nel gruppo “Cagliari, un viaggio nella memoria“, dove vengono condivise tante foto della Cagliari che fu e ricordi sulla vita cittadina del passato.
Oggi, nel tratto di via Rossini ripreso, ci sono agli angoli con via Cimarosa e con via Verdi dei palazzi recenti, gli immobili che hanno lasciato il posto sono però rimasti nei ricordi di alcuni residenti della zona, in particolare due villini che avevano una fama…sinistra. Di entrambe queste costruzioni i ragazzini del luogo dicevano fossero infestati dai fantasmi dei proprietari, complice in entrambi i casi lo stato di abbandono prima dell’abbattimento, che le faceva sembrare delle perfette case della famiglia Addams.
Il primo villino, identificabile al centro della foto e di poco spostato a destra, i tetti a quattro sponde, si trovava all’angolo tra via Rossini e via Puccini. Abbattuto negli anni ’50, al suo posto è sorto un palazzo che oggi al pianterreno ospita un bar e un negozio di prodotti biologici.
Il secondo villino, abbattuto più recentemente, si trovava all’angolo tra via Verdi e via Rossini e risultava interno rispetto alla strada. Nello stesso terreno si nota un’antica palazzina angolare, anch’essa abbattuta. Oggi sorge una costruzione moderna con al pianterreno una scuola materna e altre attività.
Diverse le leggende che nel tempo sono state “traslocate” dal primo villino al secondo: si andava dai riti satanici con sacrifici umani culminati nell’uccisione dei proprietari, fino alla rapina compiuta ai primi del ‘900 e anche questa finita con gli abitanti ammazzati e “dimenticati” nella cassaforte, scoperti solo decenni dopo e poco prima dell’abbattimento della fatiscente villa. Curioso come quest’ultima leggenda abbia tuttora diffusione, nonostante l’evidente contraddittorietà tra il sapere come sono andate di preciso le cose e parlare di cadaveri dimenticati per tanto tempo.
Per condire il tutto, si diceva che la notte dalle finestre si vedessero luci, si sentissero urla e spari, oltre che note note suonate da un pianoforte. Tutti questi macabri ingredienti avevano trasformato le ville in luoghi in cui i ragazzini di quegli anni entravano per dare prova di coraggio, oltre che fonti per alimentare nuove leggende.
La verità, più semplice e ovviamente per nulla sovrannaturale, viene spiegata da una delle commentatrici della pagina, riferendosi alla seconda villa abbattuta: «Ho parlato con chi fu proprietario del terreno della seconda villa negli anni passati, per evitare che i ragazzini curiosassero in strutture fatiscenti e pericolose, aveva fatto in modo di diffondere dicerie per tenere i curiosi lontani».
Forse con i ragazzini più curiosi il risultato non è stato sempre quello desiderato, ma spiega il perché di dicerie e leggende che hanno fatto parte della vita dei giovanissimi del quartiere, persone ora grandi che guardano con nostalgia ai tanti giochi fatti intorno alle…case dei fantasmi. Come dice un’altra commentatrice, le storie dei fantasmi di via Rossini hanno affascinato tanti bambini dei decenni scorsi, ma affascinano ancora tanti adulti degli anni presenti.
FONTE: