Strage di pinguini in Antartide, morti migliaia di piccoli a causa nostra. Cos’è successo
Due scienziati del British Antarctic Survey (BAS), un’organizzazione che si occupa di ricerca e tutela dell’Antartide, hanno dimostrato che migliaia di giovani pinguini imperatore della colonia di Halley Bay sono morti affogati tra il 2016 e il 2018. Gli uccelli ancora incapaci di nuotare sono finiti in acqua a causa dello scioglimento del ghiaccio stagionale, verificatosi molto prima del previsto. Il processo ha determinato la scomparsa della seconda colonia più popolosa del mondo.
Migliaia di giovani pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri) sono morti affogati nel mare di Weddell a causa dei cambiamenti climatici, che hanno fatto sciogliere anzitempo l’enorme lastra di ghiaccio stagionale dov’erano ospitati. Il processo, ripetutosi per tre anni, ha portato alla scomparsa della seconda più popolosa colonia al mondo di questa splendida specie di pinguino. Su Halley Bay, affacciata sul mare di Weddell nei pressi dell’Antartide, si riunivano infatti fino a 25mila coppie di pinguini imperatore, circa il 10 percento della popolazione mondiale di questa specie, la più grande e pesante del Pianeta, dato che arriva a quasi 1,30 metri di altezza per 40 chilogrammi di peso.
Cos’è successo. Ad annunciare la catastrofe ambientale sono stati i due ricercatori Peter T. Fretwell e Philip N. Trathan del British Antarctic Survey (BAS), un’organizzazione britannica che si occupa di ricerca, tutela e divulgazione scientifica sul continente antartico. Gli scienziati hanno determinato la catastrofe della colonia di Halley Bay attraverso l’analisi di immagini satellitari ad altissima risoluzione; grazie ad esse, infatti, è possibile stimare il numero di pinguini presenti in un dato luogo attraverso le macchie del guano che essi lasciano sulla candida superficie ghiacciata. Le differenze emerse tra le immagini del 2015 e quelle del 2018 sono sconcertanti. La prima tragedia si è infatti verificata nel 2016, quando il ghiaccio di Halley Bay si è sciolto troppo presto, nel mese ottobre, facendo finire in acqua tutti i giovani pulcini che, ancora incapaci di nuotare, sono tutti morti annegati. La stessa catastrofe si è verificata nel 2017 e nel 2018. Ciò ha spinto gli adulti a non tornare ad Halle Bay, ritenuta ormai compromessa e non più affidabile per allevare i propri piccoli, che impiegano diversi mesi per sviluppare la capacità del nuoto.
Speranza e preoccupazione. Benché la preziosa colonia di Halley Bay non esista quasi più, il British Antarctic Survey ha rilevato sin dal 2016 un enorme incremento nella colonia di Dawson-Lambton, sita a poco meno di 60 chilometri dalla prima. La popolazione delle coppie riproduttive è passata da 2 mila a circa 15mila, suggerendo che moltissimi dei pinguini imperatori di Halley Bay abbiano deciso di trasferirsi qui, mentre altri devono essere andati altrove. A preoccupare gli scienziati vi è il fatto che l’area del mare di Weddell dove si è verificata la catastrofe si riteneva fosse ancora immune dall’impatto dei cambiamenti climatici, tuttavia a causa degli effetti di El Nino del 2015, a sua volta catalizzati dai cambiamenti climatici, è stata colpita anch’essa, determinando la scomparsa di intere generazioni di animali innocenti. Del resto Halley Bay era rimasta sostanzialmente stabile per sei decadi, e i pinguini non erano pronti ad affrontare un simile, improvviso disastro. I dettagli sulla tragedia ambientale sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Antarctic Science e sul sito del BAS.
di Andrea Centini
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