Il cambiamento climatico aumenterà …

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Il cambiamento climatico aumenterà gli effetti dei maremoti

Il grande tsunami del 2004​ e⁤ il rischio⁢ di‍ catastrofi⁣ naturali
Il 26⁣ dicembre del 2004, il mondo ⁣assisteva a uno dei ​più grandi ‍disastri naturali del XXI secolo: il penultimo grande ⁢tsunami che ha colpito il pianeta, dopo⁣ quello di Tōhoku in Giappone ​nel 2011. Alle ‍7:58 del mattino, ora locale, un terremoto di magnitudo 9,1 ⁣con epicentro nell’Oceano Indiano ha generato una serie⁣ di onde gigantesche che hanno raggiunto le coste degli Stati che si ‍affacciano su quell’oceano. Il terremoto di Sumatra-Andamán è stato⁣ classificato come uno⁤ dei dieci peggiori terremoti della storia, e‌ il tsunami che ha originato⁣ come il più mortale, ‍provocando‌ secondo le cifre fornite dal Servizio Geologico degli ‌Stati Uniti d’America,‍ un ‌totale di 227.898 vittime. ⁣Indonesia,⁢ le ⁤isole Andamane ​e‍ Nicobare e lo ⁢Sri‌ Lanka sono stati i​ principali Stati colpiti dalla catastrofe naturale.
Il caso​ di Lisbona e l’impatto dei terremoti con ⁢epicentro ⁣nell’oceano
Non è necessario andare così lontano per trovare esempi della distruzione che‍ possono provocare i terremoti con epicentro nell’oceano. È ben noto il caso di ‌Lisbona per⁤ la‍ distruzione che ha provocato e per l’impronta che ha lasciato nella popolazione, anche generazioni dopo. Il 1°⁤ novembre del 1755, un grande terremoto di magnitudo tra 8,7⁢ e⁢ 9 ha⁢ scosso l’interno‌ dell’Oceano Atlantico, a‍ soli 300 km‌ dalla costa di Lisbona, provocando onde ⁢tra i 6 e i 20 metri e, di conseguenza, la morte di tra ‍60.000 e ‍100.000 persone, delle 275.000 ⁤che abitavano nella capitale portoghese⁢ all’epoca. Inoltre, nelle aree non colpite dal maremoto, gli incendi si sono diffusi rapidamente ⁤e le fiamme hanno devastato la‍ città per cinque giorni.
Il rischio di un evento simile in Galizia
Ma‌ se un evento di queste⁣ caratteristiche ha colpito il Portogallo meno di 300 anni fa, potrebbe accadere una catastrofe simile in Galizia? “Anche se parliamo di Lisbona, ​(come grande città, molto popolata, è stata quella‍ che ha subito più danni),⁤ il fatto è che quel tsunami ha anche colpito la Galizia”, ‌risponde a Nós‌ Diario il⁣ professore emerito di Geodinamica dell’Università della Coruña (UDC)⁤ Juan Ramón‍ Vidal Romaní.
La minaccia ​di terremoti e tsunami‍ in ⁣Galizia
Il punto triplo ⁤delle placche ​e il bordo tectonico attivo
Gli‌ esperti sono in ⁢attesa di un “punto triplo⁢ delle placche” che‌ si trova a nord-ovest della penisola⁣ iberica, a⁣ nord di Burela (A Mariña), e che​ rappresenta un bordo ​di placche attivo,‍ che si sta muovendo. In conflitto con​ i suoi colleghi di​ Oviedo e di Madrid, che ​affermano che ‌la penisola è “molto lontana”⁢ da un limite di placche – dove si originano le tensioni che danno‌ luogo ai terremoti ​–, Vidal indica un bordo tectonico che ⁤è, al contrario, “molto vicino” alla Galizia: “abbiamo tutto il nord, ⁢il Mar Cantabrico, dai Pirenei fino a Capo Ortegal, che è un bordo ⁤di ​placca convergente, anche se non ‌è troppo⁤ attivo, come possono essere nell’Atlante o nell’Himalaya”.
La possibilità⁣ di‌ prevedere un tsunami e il cambiamento climatico
È possibile prevedere se ⁢si verificherà un tsunami in questo punto e quando? La verità è che no, ma⁣ esistono esempi recenti, come il ​tsunami ⁢che ha invaso il fiume ‍Ouro, a⁢ Foz (A‍ Mariña) il 20 gennaio ⁣del 2018, “con un’onda di circa⁤ un ⁤metro”, racconta il‍ professore. “Non è successo nulla ‍perché⁣ non c’era nessuno ⁤nella zona,​ ma poteva succedere”, si rammarica.
Il cambiamento climatico provoca anche un aumento del livello del mare. “La temperatura terrestre ‌sta ⁢aumentando da 15.000 anni, da quando⁢ è finita l’ultima glaciazione (quando il mare era quasi 200 metri sotto il livello attuale)”, e ​con essa il⁢ livello del ⁣mare. “Con questo aumento del mare, il rischio‌ che un tsunami raggiunga l’interno della Galizia, e‌ non solo le sue coste, è⁤ ogni giorno più alto”, afferma Vidal.
La Galizia e il programma ‘Tsunami Ready’
Nessuna città o paese ⁢della Galizia ‍è ‘Tsunami Ready’. Lo ‘Tsunami Ready’ è un programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) ⁢dell’Unesco ⁣che cerca di aiutare organizzazioni e comunità ⁣costiere a ⁣ridurre ​il potenziale o ​mitigare la devastazione ​di ⁣un maremoto. Si tratta di un emblema ⁣che riconosce le comunità che soddisfano una serie di requisiti che le preparano meglio ad affrontare un tsunami. ‍Tra le entità⁣ locali che fanno parte di‍ questo ‍programma c’è la città di Setúbal, ⁢in Portogallo, che dispone di un intero dispositivo di ​allarme per avvisare la popolazione in caso di tsunami.
Nello Stato spagnolo ‍solo Chipiona, in Andalusia, è “preparata”‌ ufficialmente. Il professore emerito dell’UDC⁤ Juan Ramón Vidal Romaní lo ha chiaro: “È qualcosa su cui insisto sempre che posso: in Galizia ⁤dovrebbero aumentare gli sforzi per la creazione ⁢di un sistema di sismi e di tsunami in tutta la costa galiziana”. “A differenza ⁣di altre coste più lineari, la nostra è molto⁣ frastagliata. Non solo‍ abbiamo la possibilità di un tsunami ‌che colpisca, per esempio, ‌l’isola di Ons, ma anche che colpisca il ⁣fondo della Ría ‌di Pontevedra ‌perché le⁤ rías‍ fanno penetrare⁢ il tsunami fino al fondo stesso”.
DI ACHILLE MANCINI
FONTE 

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