Preistoria, donne guerriere e cacciatrici: ritrovamento smonta tutti gli stereotipi
Sorpresa. Nella preistoria anche le nostre antenate erano esperte cacciatrici, tanto quanto gli uomini cavernicoli. Guerriere al pari dei primitivi, capaci di inseguire la selvaggina di grossa taglia, di proteggere il territorio, di usare strumenti arcaici di difesa, persino la clava. E’ appena stata pubblicata una ricerca che ribalta gli stereotipi della donna primitiva dedita solo alla cura della prole. Altro che Wilma dammi la clava, secondo quanto emerso persino i cartoni animati sulla vita preistorica dei Flinstone vanno riscritti.
I ruoli di genere nella storia antica vanno rivisti alla luce di quello che due mesi fa un gruppo di antropologi ha pubblicato sulla rivista accademica Science Advances, partendo dai resti di un cacciatore sepolto 9.000 anni fa nelle Ande con un kit di strumenti per uccidere gli animali, armi arcaiche, raschietti per la concia delle pelli, pietre affilate che fungevano da coltelli, punte di frecce. I ricercatori davanti a questo scheletro hanno iniziato ad avere qualche perplessità, anche se apparentemente sembrava un ritrovamento piuttosto banale. Il punto che ha catturato l’attenzione è la sottigliezza degli arti inferiori. Le ossa delle gambe sembravano un po’ sottili per essere quelle di un cacciatore maschio adulto. Ad un secondo esame, stavolta effettuato in laboratorio, i ricercatori non hanno avuto più dubbi. La presenza di una proteina – amelogenina – sullo smalto dei denti definiva senza dubbio l’identità di quello scheletro. Il ritrovamento riguardava una nostra antenata donna.
Con queste informazioni in mano, i ricercatori hanno riesaminato le prove di altre 107 tombe nelle Americhe dello stesso periodo. In altre 26 tombe hanno rinvenuto cacciatrici preistoriche sepolte con strumenti da cacciatore. La ricerca pubblicata sul New York Times è di enorme portata e sta facendo discutere aprendo nuove piste di riflessione. Bonnie Pitblado, un’archeologa dell’Università dell’Oklahoma, è sicura che le donne siano sempre state in grado di cacciare ribaltando lo stereotipo dell’uomo cacciatore, ribaltando i ruoli finora definiti: gli uomini cacciavano e le donne si riunivano.
La scoperta degli antropologi sulle Ande fa il paio con quella di un gruppo di antropologi svedesi. Alcuni anni fa esaminando i resti di un guerriero vichingo del X secolo fu appurato che si trattava di una donna, sepolta con spada, scudi, frecce, cavalli in cima a una collina.
Evidentemente era una guerriera, una leader, una combattente di particolare valore. La scoperta aprì un dibattito destinato però a non avere una spiegazione definitiva sull’effettivo ruolo delle donne. Cosa che il ritrovamento sulle Ande potrebbe definitivamente chiarire. Esattamente come un altro scavo archeologico, stavolta effettuato quaranta anni fa nell’Illinois, nella antica città di Cahokia, dove furono ritrovati due corpi risalenti più di mille anni prima. La sepoltura era piena di conchiglie, punte per la caccia, strumenti di difesa. All’epoca, gli archeologi conclusero che si trattava di una sepoltura di due maschi, forse due leader, affiancati dai loro servi. Un secondo esame sulla tomba però ha definito che si trattava di un maschio e una femmina, in una sorta di posizione paritaria.