Ottenuto sulla Stazione spaziale il quinto stato della materia
Si tratta di uno stato distinto da quello liquido, solido, gassoso e dal plasma. In esso atomi ultrafreddi si comportano come onde.
Grazie a un esperimento condotto sulla Stazione spaziale è stato ottenuto il quinto stato della materia. Si tratta di uno stato distinto da quello liquido, solido, gassoso e dal plasma: è possibile averlo solo a temperature vicine allo zero assoluto e in esso atomi ultrafreddi si muovono all’unisono comportandosi come onde anziché come particelle. Il risultato si deve al California Institute of Technology.
Ipotizzato nel 1925 da Albert Einstein in base alle ricerche del fisico indiano Satyendra Nath Bose, il quinto stato della materia si chiama condensato di Bose-Einstein. E’ stato possibile ottenerlo grazie all’esperimento Cold Atom Laboratory della Nasa, basato su uno strumento che può essere controllato anche da Terra, nel quale sono stati utilizzati atomi di rubidio.
Prodotto per la prima volta in laboratorio nel 1995 da Eric Cornell, Carl Wieman e Wolfgang Ketterle, che per questo nel 2001 hanno condiviso il Nobel per la Fisica, il quinto stato della materia può essere mantenuto sulla Terra solo per pochissime frazioni di secondo. “I ricercatori hanno dimostrato che in condizioni di microgravità il condensato di Bose-Einstein sopravvive per circa un secondo e questo si traduce in un tempo di osservazione pià lungo”, ha detto uno dei pionieri italiani di questo campo della fisica, Guglielmo Tino, ordinario all’università di Firenze e associato dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
“Di conseguenza il risultato mostra che in futuro si potrà usare il laboratorio spaziale per generare atomi ultrafreddi da utilizzare nei sensori atomici di alta precisione”, ha aggiunto il fisico, che nei primi anni ’90 aveva proposto all’Agenzia spaziale italiana un esperimento con atomi ultrafreddi da inviare nello spazio e che nel ’99 ha ottenuto il primo condensato di Bose-Einstein in Italia.
Secondo l’esperto, il risultato “può aprire la strada a molte applicazioni, a partire da interferometri atomici da inviare nello spazio per condutte esperimenti molto precisi per verificare la relatività generale, a rivelare le onde gravitazionali e a misurare in modo molto preciso la gravità terrestre per vedere, per esempio, i cambiamenti dei movimenti del magma nei vulcani, lo spostamento dei ghiacciai, le variazioni sottili del livello del mare”.
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