Altro che omini verdi, gli alieni potrebbero essere viola
Spesso, quando pensiamo alla vita aliena la nostra immaginazione ci porta agli “omini verdi”. Forse però dovremmo cambiare modo di vedere le cose in quanto potrebbe avere un colore ben diverso: essere viola. A questa conclusione si può giungere dopo aver letto uno studio pubblicato su International Journal of Astrobiology dal microbiologo Shiladitya DasSarma della University of Maryland School of Medicine, il quale sostiene che la vita primordiale sulla Terra potrebbe avere avuto una tonalità color lavanda e che su altri pianeti potrebbe aver prosperato. Egli infatti, sostiene che prima che le piante verdi iniziassero a diffondersi, minuscoli organismi viola le precedettero sulla superficie terrestre. Per questo motivo non è da escludere che su altri pianeti questi tipi di esseri viventi si sono diffusi e abbiano colonizzato interi mondi alieni, senza farsi sopraffare da piante verdi.
Per capire perché DasSarma ipotizza ciò, va ricordato che l’ipotesi che la Terra fosse viola non è nuova, ma risale al 2007. L’idea partiva da questo concetto: le piante e le alghe fotosintetiche usano la clorofilla per assorbire la luce del Sole, ma non assorbono la luce verde e la riflettono. E questo è abbastanza strano perché la luce verde è ricca di energia.
E’ per questo che si ipotizza che prima dell’arrivo delle piante verdi ne esistessero altre che utilizzavano proprio questa lunghezza d’onda per produrre energia per il proprio organismo. Quegli organismi avrebbero potuto utilizzare l’energia solare con una molecola chiamata “retina”. I pigmenti retinici infatti assorbono molto meglio la luce verde rispetto ad altre lunghezze d’onda. E’ vero che non sono molto efficienti nel catturare l’energia solare come la clorofilla, ma sono organismi molto più semplici. Ed è per questo che si ipotizza che si siano evoluti prima delle piante.
La raccolta di luce retinica comunque è ancora oggi diffusa tra batteri e organismi unicellulari chiamati Archea. Organismi viola infatti, sono presenti in diverse parti del nostro pianeta, dalle valli secche dell’Antartide fino a diverse aree degli oceani.
Va ricordato che i pigmenti retinici poi si trovano anche nel sistema visivo di animali piuttosto complessi. Indipendentemente dal fatto che la prima vita sulla terra fosse viola è evidente che questo tipo di organismi potrebbero comunque essersi adattati su mondi lontani e produrre energia attraverso questa strada. E se la vita aliena sta usando i pigmenti retinici per catturare l’energia, gli astrobiologi la potrebbero trovare analizzando particolari lunghezze d’onda provenienti dai mondi extrasolari.
“La clorofilla – afferma Edward Schwieterman del Nasa Astrobiology Intitute e dell’University of California, Riverside, secondo autore della ricerca – assorbe principalmente la luce rossa e blu, mentre riflette quella verde. Al contrario gli organismi che utilizzano i pigmenti retinici riflettono la luce rossa e blu e se organismi di questo genere fossero presenti in e densità sufficienti su un pianeta extrasolare le loro proprietà farebbero sì che la luce riflessa abbia questo tipo di caratteristica, che potrebbe aiutare gli astrobiologi a verificare la presenza o meno di vita.
Di: Luigi Bignami
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