L’angolo della scienza ‘dura’: c’è un wormhole (una ‘galleria’ verso altre galassie) nel buco nero della Via Lattea? Se c’è possiamo scovarlo
Prima di addentrarci in quel che sostengono due astrofisici, De-Chang Dai dell’Università di Yangzhou in Cina e Dejan Stojkovic dell’Università di Buffalo, ossia che avrebbero trovato il sistema per verificare se nel cuore della nostra Galassia c’è un wormhole, soffermiamoci per un momento a ricordare cos’è un wormhole. In modo più scientifico sono chiamati “ponti di Einstein-Rosen”, o “cunicoli spazio-temporali” e stando ad alcune ipotesi, non ancora suffragate da prove empiriche, sono delle “scorciatoie” che permetterebbero da passare da un punto all’altro dell’Universo più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a precorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Un wormhole, viene anche definito come una “galleria gravitazionale” dove due oggetti con una gravità prossima all’infinito piegano su se stessi lo spazio circostante fino a toccarsi e questo creare una “galleria” tra mondi anche molto distanti tra loro dell’Universo.
Alcune ipotesi sostengono addirittura che gli wormhole potrebbero collegare il nostro Universo con altri universi. Andare al di là di questa semplicistica spiegazione significherebbe addentrarci in un mondo complesso della fisica davvero avvezza a pochi.
Eppure gli wormhole affascinano non solo perché spesso utilizzati da film da fantascienza, ma anche perché se esistessero realmente potrebbero altrettanto realmente poter essere utilizzati per conoscere ciò che è lontanissimo da noi e quindi estremamente complesso da studiare. Diciamo subito tuttavia, che non sarebbero vie così semplici per l’uomo per spostarsi da un luogo all’altro dell’Universo. Lì dentro si farebbe certamente una brutta fine…, ma per gli astrofisici potrebbero essere finestre impareggiabili.
Detto questo vediamo cosa hanno scoperto Dai e Stojkovic. Essi hanno descritto in modo molto dettagliato come si potrebbe verificare la presenza di un wormhole all’interno del buco nero che c’è nel cuore della nostra galassia, la Via Lattea. Secondo i due astrofisici se esiste un wormhole si può ipotizzare che qualunque stella che si trova sul lato opposto del wormhole stesso eserciterebbe un’influenza gravitazionale, molto debole ma comunque rilevabile da sofisticati strumenti, su quelle che stanno dalla nostra parte del wormhole. Spiega Stojkovic: “Se lo wormhole è attraversabile da particelle lo è anche dai “campi”, come il campo elettromagnetico e il campo gravitazionale. Vicino al nostro buco nero galattico esistono delle stelle, come ad esempio S2 che si trova a soli 17 ore luce dal buco nero vero e proprio e dunque è assai probabile che se esiste un wormhole potrebbe essere perturbata con piccolissime accelerazioni e rallentamenti causate da masse gravitazionali che ci sono dall’altra parte del wormhole stesso.
Tutti d’accordo? No, le critiche a questo lavoro giungono da molti versanti. Secondo Le possibilità infatti che esista un wormhole osservabili sono quasi inesistenti, perché secondo Kirill Bronnikov dell’Università russa per l’amicizia dei popoli pur essendoci una possibilità negli studi di Dai e Stojkovic, va subito detto che se lo wormhole del centro galattico si trovasse all’interno del buco nero sarebbe impossibile scorgere gli effetti perché nulla esce da un buco nero e solo se c’è un wormhole senza un buco nero potremmo scoprirne l’esistenza. Ma per il momento tutto fa pensare che nel cuore della Via Lattea c’è un vero buco nero e null’altro…
di: Luigi Bignami
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