Caccia alla vita extraterrestre? SETI si allena prima nei nostri oceani
I luoghi più probabili, almeno nel nostro sistema solare, per trovare forme di vita sono i mondi acquatici come Europa o Encelado, i satelliti di Giove e Saturno. Questi mondi però, sono racchiusi da spessi strati di ghiaccio.
L’esplorazione di questi luoghi non sarà facile, e per questo il programma Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI), ha ricevuto una sovvenzione della NASA per finanziare un nuovo progetto chiamato In-situ Vent Analysis Divebot for Exobiology Research (InVADER).
L’idea è quella di esplorare i camini idrotermali delle profondità oceaniche sulla Terra, per prepararsi al giorno in cui gli scienziati invieranno un’astronave nel sistema solare per esplorare gli oceani alieni. La missione InVADER esplorerà un’area sottomarina dell’Axial Seamount, un vulcano attivo sottomarino, con tre obiettivi principali.
Il primo è quello di comprendere meglio la geologia, la chimica e la biologia intorno al camino idrotermale.
Il secondo obiettivo è analizzare e sperimentare strategie differenti per la raccolta e l’analisi dei dati (InVADER può scattare foto e persino fornire una mappatura 3D del’ambiente). Una sfida complicata a circa un chilometro sott’acqua, che sarà ancora più difficile a centinaia di milioni di chilometri di distanza dalla Terra, su Encelado o Europa.
Con l’ultimo obiettivo, il team vuole dimostrare la fattibilità della missione (nonché la tecnologia alla base). SETI prevede di lanciare InVADER nell’estate del 2020 (lo stesso periodo di lancio del Mars 2020). Una volta schierata, la sonda resterà nel sito di ricerca subacqueo per un anno intero, effettuando misurazioni quotidiane e riportando campioni di roccia e dall’acqua raccolti.
FONTE: astronomy
di: Salvo Privitera
Fonte: