La profezia di Ezechiele, la fine del mondo è ormai sempre più vicina
Sembrano molte le correlazioni tra le profezie di Ezechiele e la recente scoperta del fotoreporter israeliano Noam Bedein. Quest’ultimo infatti, durante un recente reportage nel Mar Morto avrebbe fatto una scoperta eccezionale. Durante gli scatti per l’ambizioso progetto “Dead Sea Revival Project”, Bedein avrebbe infatti fotografato dei pesci nuotare tranquillamente. Fin qui nulla di strano, se non fossimo nel lago salato più famoso al mondo.
Avrebbe infatti scoperto che nelle dodoline, sacche di acqua dolce presenti all’interno del lago, si svilupperebbe la vita animale e vegetale. Considerando che la salinità del Mar Morto supera il 37% questa sarebbe una scoperta importantissima. Ovviamente non mancano le associazioni religiose alle note teorie di Ezechiele sulla fine del mondo.
I pesci nel Mar Morto e la profezia di Ezechiele
Per capire di cosa stiamo parlando, dobbiamo per forza fare un passo indietro, analizzando le antiche scritture. Nelle stesse viene fatto espresso riferimento ad una regione florida e prosperosa, dove oggi sarebbe il Mar Morto.
Nel capitolo 47 della Genesi (Bibbia) si fa riferimento ad un avvenimento che ha generato morte e distruzione nell’area, ma si parla anche di una futura rinascita. Analizziamo nello specifico il versetto 47:8-9, dove si legge quanto segue:
“Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; 7) voltandomi, vidi che sulla sponda del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. 8) Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. 9) Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà”.
Notiamo quindi che in questa parte del libro della Genesi viene fatto espresso riferimento a una rinascita, che ha come “location” proprio il Mar Morto.
Ezechiele e la fine del mondo
Parlando di rinascita Ezechiele ci pone di fronte ad un grande dilemma, interpretabile in maniera soggettiva in base al nostro credo religioso. Tra Ebrei e Cristiani ci potrebbero infatti essere delle differenze di pensiero in merito, scopriamo perché.
Nella Genesi 47:1-2 si legge quanto segue : ”Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del Tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del Tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del Tempio, dalla parte meridionale dell’altare. 2 Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.”
Il primo dettaglio che ci salta subito all’occhio è il riferimento ad un Tempio. Questo sarebbe, secondo gli esperti, il Tempio di Ezechiele o Terzo Tempio. Per il popolo ebraico questa struttura, sita vicino a Gerusalemme, sarebbe accomunata a Tempio Sacro di Dio. Questa struttura ha però anche un altro nome, Tempio della Tribolazione, in ricordo delle sofferenze patite dal popolo di Israele. Distinguiamo quindi le due interpretazioni.
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Per gli Ebrei le profezie di Ezechiele hanno un significato semplice. Il Messia è in arrivo, pronto a guarire le ferite del popolo di Israele e per riportare il popolo nella terra d’origine.
Per i Cristiani invece la cosa si fa leggermente più complessa. “La ricostruzione del popolo di Dio e la tribolazione” rappresenta infatti Gesù, mentre “il Tempio da cui sgorga l’acqua della vita” rappresenta Dio. Dio che salverà l’uomo e gli donerà l’agognata pace dopo la tribolazione.
Bedein e la rilevanza scientifica della scoperta
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