TUTANKHAMON ERA UN EXTRATERRESTRE ?
Era un venerdì 17 del mese di febbraio del lontano 1923 quando Howard Carter e Lord Carnarvon, dopo aver abbattuto il muro sigillato della camera funeraria, si apprestarono a varcare la soglia d’una stanza che aveva custodito fino ad allora, e per 3.300 anni, le spoglie (ed i segreti) del più enigmatico di tutti i faraoni dell’antico Egitto, il giovane e misterioso Tutankhamon. Solo per smontare le quattro cappelle contenute a stento in quella piccola camera, e che ricoprivano il sarcofago di pietra, le maestranze di Carter impiegarono più di otto mesi.
Esattamente un anno dopo, ancora il 17 di febbraio, Carter, nel corso d’una cerimonia ufficiale, aprì finalmente il sarcofago del re, ma una serie d’incomprensioni con il governo ed i funzionari egiziani lo portarono a dover sospendere i lavori.
TUTANKHAMEN ERA UN EXTRATERRESTRE? Fu dunque nell’ottobre del 1925, a tre anni dalla scoperta della tomba, che Carter, dopo che furono appianati i dissidi, potè dare inizio alla scoperta del contenuto di quel sarcofago. A questo punto entrò in scena un anatomista dell’Università del Cairo, il prof. Douglas Derry, al quale era stato affidato l’incarico di esaminare i resti mortali del re.
Il docente fece un’analisi molto scrupolosa e grazie alle sue competenze scientifiche riuscì a stabilire con certezza che il re era morto all’età di 18 anni. Procurò anche, tuttavia, una serie di danni irreparabili allo scheletro durante i suoi rozzi e goffi tentativi di estrarlo dalla bara, in quanto le resine che erano state colate sopra la mummia lo avevano saldato al fondo della cassa. In pratica Derry, per tirarlo fuori, cominciò a farlo a pezzi. Ma c’è di peggio.
Nel 1969 un anatomista dell’Università di Liverpool, il prof. R. G. Harrison, fu autorizzato a radiografare la mummia del re e per svolgere al meglio questo compito il docente portò con se vari specialisti, tra i quali anche un dentista. Dieci anni dopo, tuttavia, un altro dentista, il dott. James Harris, chiese ed ottenne di poter radiografare nuovamente il cranio del re perché la radiografia di Harrison non consentiva di vedere le arcate dentarie in modo corretto.
Il dentista di dieci anni prima dunque o era un incompetente o si era fatto pagare una consulenza mai svolta. Ma la stranezza più grave comincia adesso. Il dott. Harris pubblicò, insieme ad Edward F. Wente, un libro, An X-ray Atlas of the Royal Mummies (University of Chicago Press, Chicago 1980), dove sono indicati nell’indice tutti i nomi dei faraoni radiografati ed il rimando alle lastre riprodotte nel volume, compreso ovviamente anche quello di Tutankhamon con il riferimento alla pagina relativa, cioè la 378. Solo che alla pagina 378 non c’è nulla.
Il paleopatologo Bob Brier, nel suo libro L’omicidio di Tutankhamon (TEA, Milano 2004), denuncia questo curioso fatto e ci informa d’aver personalmente richiesto al collega dott. Harris una copia della radiografia stranamente non pubblicata. Il dott. Harris non gliela fece mai avere. C’è tuttavia qualcosa di ancora più incredibile che è stato finora taciuto, possiamo anche dire occultato, dall’egittologia ufficiale.
Il Metropolitan Museum of Art di New York aveva mandato a Tebe, nel giorno dell’apertura delle bare, il suo migliore fotografo, un certo Harry Burton, che fotografò le mummie prima che fossero brutalizzate. Sono queste le sole foto conosciute ancora oggi in tutto il mondo.
Andiamo dunque a dare un’occhiata a quella, tra queste foto, che ritrae lo scheletro intero di Tutankhamon che, quando fu misurato, risultò essere di un metro e ottanta cm. Ma andiamo a guardare le braccia. Esse sono raccolte sul torace e la mano sinistra ha il pugno chiuso.
Poiché sappiamo che la lunghezza dell’intera mano è in un rapporto con quella dell’avambraccio di 10 a 8 – cioè ad ogni dieci cm di lunghezza dell’avambraccio devono corrispondere almeno 8 cm di lunghezza della mano – possiamo idealmente distendere le dita del giovane re per una lunghezza totale della mano pari alla misura ottenuta nel modo anzidetto. Ora, ponendo la punta fissa d’un compasso sull’articolazione del gomito, regoliamo la punta scrivente sulla parte terminale del riporto della mano e giriamo. Il risultato è shockante!
TUTANKHAMON ERA UN EXTRATERRESTRE?
LE BRACCIA DI TUTANKHAMON ARRIVANO FIN QUASI AL GINOCCHIO! In un individuo normale, che tiene le braccia distese lungo il corpo, le mani non superano la prima metà del femore. I criteri antropometrici adottati per ricostruire la lunghezza della mano sono quelli che si usano in anatomia umana, e che hanno la loro validità per gli esseri umani. Voglio dire che le mani di un alieno potrebbero essere ben più lunghe di quelle umane (considerando che le braccia già lo sono!).
non c’e dubbio che la madre di Tutankhamon era la regina Tiye. Basta mettere a confronto i loro ritratti per rendersene conto, anche senza essere esperti fisionomisti, talmente grande è la somiglianza tra i due e talmente patetico appare il tentativo – peraltro inspiegabile – di certuni di negare questa elementare evidenza. Ma il padre chi era? TUTANKHAMEN ERA UN EXTRATERRESTRE?
stato promesso mille volte l’esame del DNA di Tutankhamon, che potrebbe essere tra l’altro facilmente paragonato con quello della regina Tiye – risolvendo così una volta per tutte la questione – e per altrettante mille volte all’annuncio NON sono seguiti i fatti. Di recente, per l’ennesima volta è stato diffuso l’ennesimo annuncio al riguardo di quest’esame, facendo capire che ‘sta volta però è quella buona. Mi permettete, cari lettori, di darvi un consiglio?
Dopo quello che è successo finora, e che Vi ho in parte documentato, se è vero, come è vero, che finora hanno occultato le verità propalando solo notizie false create ad arte, per quale motivo questa volta dovrebbero dire la verità? (Michele Manher)
by Nuovo Universo
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