ADA, il braccio robot che aiuta a mangiare

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ADA, il braccio robot che aiuta a mangiare

Un braccio robotico controllato da un sistema di intelligenza artificiale è in grado di imboccare i pazienti disabili, riuscendo a distinguere un frutto dalla minestra.
Un team di ricercatori della Washington University ha messo a punto un braccio robot per aiutare disabili e invalidi a mangiare in autonomia: si chiama ADA, acronimo di Assistive Dexterous Arm, e si può utilizzare collegato direttamente al letto o alla carrozzina.

Autonomous Robot Feeding with Assistive Dexterous Arm (ADA)

Il software di controllo è un sistema di intelligenza artificiale istruito anche per riconoscere il tipo di cibo nel piatto, per raccoglierlo e porgerlo nel modo più idoneo: ADA sa usare le posate come un assistente umano. Il segreto è RetinaNet, un sistema di visione che riconosce e distingue i diversi alimenti: identificato che cosa c’è nel piatto, il comando passa a SPNet, che in base all’alimento sceglie il modo migliore per porgerlo al paziente. Un complesso sistema di sensori permette poi al braccio robot di orientarsi e muoversi nello spazio, di centrare l’obiettivo con la forchetta e di raggiungere con delicatezza ed estrema precisione la bocca degli assistiti.
Dis-Umanità? Dalle immagini diffuse dai ricercatori sembra che il robot funzioni davvero bene e che riesca ad assolvere i suoi compiti con estrema efficienza. L’unico dubbio non è tecnologico, ma etico: l’impiego di soluzioni di questo genere potrebbe infine allontanarci definitivamente dalla cura e dall’accudimento di malati, disabili, anziani?
I ricercatori si limitano a sottolineare che robot come ADA possono aiutare milioni di persone a riconquistare parte della propria indipendenza, e questo, in effetti, è un valore importante per chi si trova in stato di bisogno temporaneo o permanente, e può contribuire al suo buon equilibrio psicologico. Non risponde alla domanda, ma è un inizio.
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