Tribunale del malato: che cos’è e come funziona?
Come funzionano e a che servono le strutture a difesa dei diritti dei pazienti? Dove si trovano e quanto costano?
Sicuramente avrai sentito parlare spesso, troppo spesso purtroppo, dei casi di malasanità. E forse anche tu sei rimasto vittima qualche volta di un disservizio più o meno grave in una struttura sanitaria. Chiunque può sbagliare nella sua vita e nel suo lavoro, ma quando l’errore lo commette un medico o un infermiere, le conseguenze possono essere molto serie, se non addirittura letali. Ci si chiede che cosa si può fare per difendere i propri diritti, se affrontare una causa contro un professionista o contro un ospedale ne vale davvero la pena oppure «tanto la vincono sempre loro». Per aiutare, da una parte, a migliorare il servizio sanitario e, dall’altra, a tutelare i pazienti che rimangono coinvolti in qualche episodio di malasanità è nato nel 1980 il Tribunale per i diritti del malato. Che cos’è e come funziona? Come vedremo, è una rete di strutture presenti in tutta Italia, nata per iniziativa dell’associazione Cittadinanzattiva a cui ci si può rivolgere liberamente per esporre un’ingiustizia subìta o un disservizio avvertito in un centro sanitario.
importante, però, precisare una cosa: il Tribunale del malato non è un vero e proprio foro dove c’è un giudice che stabilisce chi ha ragione e chi ha torto in caso di controversia. Non offre nemmeno assistenza legale a chi avvia una causa contro un medico o contro un ospedale. Può essere, comunque, considerato un valido punto di appoggio per essere informati sui propri diritti prima di agire davanti alla magistratura. Per non fare confusione, quindi, ma anche per non perdere le opportunità che offre questa rete, è fondamentale sapere che cos’è e come funziona il Tribunale del malato.
Tribunale del malato: che cos’è?
Come anticipato poco fa, il Tribunale del malato è una rete di strutture nata per iniziativa dell’associazione Cittadinanzattiva nel 1980. L’obiettivo è quello di tutelare e promuovere i diritti dei cittadini in campo sanitario e assistenziale per evitare delle discriminazioni.
Il Tribunale del malato è costituito da circa 10mila operatori, tra cittadini comuni volontari e professionisti, che propongono delle soluzioni per superare la burocrazia in campo sanitario ma anche per compensare un’ingiustizia subìta da un paziente. L’attività del Tribunale, dunque, ha come scopi principali sia tutelare i diritti del malato sia contribuire alla riforma del servizio sanitario per garantire prestazioni qualitativamente migliori e più umane ai cittadini.
Tribunale del malato: come funziona?
Il Tribunale del malato lavora attraverso:
300 sezioni locali circa, sparse in tutta Italia ed attive in ospedali o servizi sanitari territoriali (consultori e Asl);
una struttura centrale per il coordinamento delle sezioni locali;
gruppi tematici che lavorano su dei programmi specifici;
gruppi di coordinamento regionale.
A ciascuna delle sezioni del Tribunale del malato si può accedere liberamente, perché sono delle realtà senza scopo di lucro. Il cittadino troverà un operatore che sarà disponibile ad ascoltarlo, a trascrivere la sua segnalazione (ad esempio, se ha subìto un’ingiustizia o è stato vittima della malasanità) ed a fornire una risposta previa consultazione con i servizi dell’Asl e dei consulenti della struttura.
Presso le sezioni del Tribunale del malato, inoltre, vengono svolte attività come:
la creazione di rapporti con i dirigenti dell’Asl;
il monitoraggio delle strutture sanitarie (anche in base alle segnalazioni dei cittadini);
la creazione e promozione di iniziative di informazione e di sensibilizzazione sul miglioramento dei servizi sanitari, soprattutto da un punto di vista di approccio umano con i pazienti.
Tribunale del malato: quale aiuto può offrire?
Abbiamo già accennato al fatto che il Tribunale del malato non è un vero e proprio tribunale con tanto di giudice, aula giudiziaria, ecc. Quale aiuto può fornire, allora, all’utente che si rivolge ad una delle sue strutture?
La sua funzione, in base al regolamento approvato dall’associazione Cittadinanzattiva, non è quella dell’assistenza legale che spetterebbe ad un avvocato ma quella di informare il cittadino sui suoi diritti. Vengono, ad esempio, offerti:
aiuto e consulenza gratuiti in caso di abusi o ingiustizie subite;
monitoraggio permanente sulle strutture di cui si ricevono delle segnalazioni;
interventi sulle strutture stesse o sui servizi segnalati.
È possibile avere anche un parere legale o medico-legale seppure verbale e non ufficiale. Si tratta, dunque, di una consulenza per valutare se ci sono gli estremi per intraprendere un’azione giudiziaria. Attraverso il Tribunale del malato, comunque, si può tentare una conciliazione previa alla causa da avviare se non si raggiunge l’accordo.
Come detto, la consulenza del Tribunale del malato è gratuita. Tuttavia, se si decide di agire per vie legali con i professionisti delle strutture locali, il loro onorario sarà a carico del paziente.
Tribunale del malato: la Carta europea dei diritti
Tra le iniziative del Tribunale del malato c’è anche la creazione e promozione della Carta europea dei diritti del malato, redatta nel 2002 dal Tribunale stesso e da 15 organizzazioni civiche comunitarie.
Il documento raccoglie i diritti che dovrebbero essere garantiti in ogni Stato membro dell’Unione europea. In particolare, la Carta stabilisce il diritto a:
le misure adeguate a prevenire una malattia;
l’accesso ai servizi sanitari necessari a migliorare il suo stato di salute, senza discriminazioni basate sulle sue risorse economiche, sul luogo di residenza, sulla patologia;
essere informato sulle sue condizioni di salute, su quali sono e come si utilizzano i servizi sanitari e su quali possibilità offrono la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica;
accedere alle informazioni che gli possono permettere di prendere delle decisioni sul suo stato di salute e sulle terapie da eseguire;
scegliere liberamente i trattamenti suggeriti;
la riservatezza e la privacy circa il suo stato di salute, le diagnosi e le terapie;
ricevere una prestazione sanitaria in tempi brevi e con un alto standard di qualità;
non subire danni dal cattivo funzionamento di un servizio sanitario o da un errore del personale sanitario;
accedere a procedure innovative diagnostiche e terapeutiche;
evitare dolore e sofferenza inutili;
avere un trattamento personalizzato in base alle sue condizioni;
presentare un reclamo quando subisce un danno e avere una risposta alla sua richiesta;
essere risarcito quando subisce un danno fisico, morale o psicologico causato da un servizio sanitario.
Autore: Carlos Arija Garcia
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