“La mia casa di Ladispoli popolata da strane presenze”
Vi raccontiamo la storia di una mamma che sembrerebbe essere inseguita da strane presenze sin da quando abitava a Roma di Felicia Caggianelli
La storia che ci apprestiamo a raccontare affonda le proprie radici in una dottrina filosofica apparsa nel 1857 in Francia, codificata da Allan Kardec. Il quale nelle sue ricerche osservò tutta una serie di fenomeni e formulò l’ipotesi che tali eventi potessero essere attribuiti solamente a intelligenze incorporee, quindi a degli spiriti. C’è chi ci crede e chi no. C’è chi non si fa domande e chi ha bisogno di prove tangibili, eppure l’argomento di questa settimana desta curiosità sin dalla notte dei tempi. Parliamo di fantasmi, argomento al cinema ed in televisione è sviscerato in tutte le sue sfaccettature, dal cartone animato di Casper all’intramontabile Ghost con Patrick Swayze e Demi Moore, dal romanziere Oscar Wilde con il suo fantasma di Canterville ai ricercatori che inondano pagine d’inchiostro a proposito di Fantasmi, Spettri e Case Maledette. Con tanto di vademecum, ovvero guide complete che spiegano cosa sono, come appaiono e dove si trovano. Ma le cose cambiano quando queste tematiche si avvicinano, diciamo così un po’ troppo, al nostro quotidiano. E così, quello che fino a poco tempo fa per molti era solo un racconto, ecco che ti accompagna a riflettere in un modo o nell’altro alla ricerca di una spiegazione di quel qualcosa in grado di ristabilire gli equilibri. Credere o non credere? A questa domanda personalissima a noi non è dato il potere di rispondere e di spiegare l’arcano, ognuno di voi troverà in se stesso la propria verità nel rispetto del pensiero altrui. E soprattutto nel rispetto della nostra protagonista che ci ha resi partecipi della propria esperienza. Vive a Ladispoli si chiama Simona, è una mamma di due figli ed una instancabile lavoratrice. Ci ha accolto con grande naturalezza, la stessa che abbiamo riscontrato nella storia che ci apprestiamo a raccontarvi, attraverso domande mirate per meglio capire i fatti che da anni la vedono protagonista di una situazione che ha dell’incredibile.
Ci racconta quando hanno iniziato a verificarsi i primi segnali di questa anomala situazione nella sua abitazione?
“Circa trent’anni fa”.
Abita sempre nella stessa casa?
“No prima abitavo a Roma poi mi sono trasferita a Ladispoli, ma questi fenomeni sono continuati in maniera più evidenti”.
In che modo si manifestano queste situazioni che definiremmo strane?
“Sedie che si spostano. Il tavolo che si alza da solo, porte che si chiudono all’improvviso mentre stai passando vicino. Naturalmente non c’è nessuno che le muove, voci che bisbigliano, oggetti che cadono all’improvviso, rumori forti di pentole che precipitano violentemente a terra davanti ai tuoi occhi. Ma non si è mosso niente. Per non parlare di quella volta in cui il televisore si è acceso da solo. Nonostante fosse stato spento dall’interruttore, si è riacceso tant’è che ho staccato la spina e sono uscita di casa in quanto se si fosse nuovamente riattivato anche con la spina disinserita mi sarei preoccupata e non poco”.
Lei sta raccontando questa sua storia a noi de L’ortica con grande naturalezza, ma quando tutto questo è iniziato che spiegazione si è data. Qual è stata la sua prima reazione?
“Di grande normalità. La prima volta è stata vissuta non con la paura, premesso che con tutto quello che è successo non si è mai verificato un episodio che mi abbia potuto mettere terrore. Credo di aver reagito con stupore. Non me lo aspettavo, mi sono detta mi sarò sbagliata. Non ci ho fatto tanto caso. La situazione è cambiata quando questi fenomeni hanno iniziato a manifestarsi con più frequenza. E allora che inizi a notarli”.
Queste manifestazioni si palesano quando in casa sei sola o anche quando c’è altra gente?
“Si sono verificate anche in presenza di amici”.
Ci racconta qualche aneddoto?
“Un giorno avevo invitato degli amici a casa e per l’occasione avevo preparato una torta di mele, dopo aver offerto la prima fettina agli invitati chiesi se qualcuno voleva fare il bis ed una amica si fece avanti ma nel momento in cui cercò di prendere il coltello per tagliare la fetta di dolce la lama gli si spostò da sotto le mani. Naturalmente si tirò indietro e non prese più la torta. La storia dell’antibiotico è una cosa assurda. Sei, sette anni fa, ricordo che mio figlio era malato e gli stavo somministrando l’antibiotico con la siringhetta, ad un tratto mi accorgo che non lo prende. Vedo l’antibiotico cadere per terra e sposto il bambino per pulire, ma con grande stupore mi rendo conto che il farmaco in terra non c’era. Inizio a controllare le pantofole, essendo bucherellate credevo fosse finito lì, ma niente. La cosa finisce così. L’indomani mattina telefono ad un’amica e le racconto l’accaduto e questa con mio stupore mi dice “sai questa mattina ho pulito la camera, ho rifatto il letto ho lavato per terra, ho chiuso la porta della stanza, dopo qualche minuto sono tornata ed in contro luce dove prima era tutto pulito ho notato una macchia biancastra per terra. Mi sono avvicinata, con un dito ho cercato di capire di cosa si trattasse e ho sentito un odore dolciastro di lampone. Dopo di che ho portato il dito alla bocca e mi sono accorta che si trattava di sciroppo”. Poi mi domanda “che gusto era questo antibiotico?” E io le rispondo al lampone. E lei dopo qualche minuto mi dice “Guarda Simona che l’antibiotico tuo sta in camera mia”.
Una volta eravamo con gli amici in giardino. Dopo aver finito di mangiare mio figlio e l’amico vanno di sopra a giocare con la play station. Ad un certo punto, mentre stavamo parlando dando le spalle alla porta dell’entrata di casa, io e la mia amica sentiamo delle risate come se qualcuno stesse scendendo le scale velocemente, tant’è che dopo esserci girate verso la porta e non avervi trovato nessuno io corsi subito in cucina per vedere se i due ragazzi erano lì. Ma loro stavano tranquillamente giocando in camera al piano superiore. Eppure quella sensazione l’avevamo vissuta in due tant’è che la mia amica ad un certo punto si girò dicendo di fare piano perché gli sembravano come dei cavalli impazziti che scendevano le scale. Eppure non c’era nessuno. La cosa finì lì anche perché vicino a noi c’era la nipotina piccolina della mia amica e non ci sembrò il caso di commentare l’accaduto. Però tengo a precisare che quando è successo questo fatto non ci abitava nessuno accanto a me perché sono dei villini a schiera e i vicini venivano solo l’estate, raramente. E gli altri villini erano vuoti. Era come se in quella zona noi fossimo da soli”.
Anche la Rai si è occupata del suo caso come hanno reagito e quali dubbi hanno sollevato?
“Ricordo che al programma condotto dal giornalista della Rai, Salvo Sottile, precisai proprio il fatto di essere sola in quella casa in quanto lui ipotizzava che i rumori potessero derivare da qualche animale o fa qualche vicino perché la questione era intorno ai passi che sentivo la notte. O meglio, più che dei passi sentivo uno strusciare di movimenti in corridoio. All’inizio non avevo dato tanta importanza alla cosa credendo si trattasse di uno dei miei che si alzava per andare in bagno, ma poco dopo, avendo un piccolo corridoio di un metro e mezzo e questi passi che non finivano mai, ho capito che c’era dell’altro”.
Verso che ora sentiva questi passi?
“Verso l’una, le due di notte”.
In questa occasione ha avuto modo di vedere se c’era qualcosa?
“Ricordo che una delle prime volte mi sono alzata, ma come ho acceso la luce il rumore dei passi si è interrotto. Sono andata in camera dei miei figli ma loro dormivano. Mi sono rimessa a letto, ho spento la luce, ma dopo poco il rumore dei passi è ripreso. Per un paio di volte ho rifatto gli stessi movimenti e puntualmente con la luce accesa terminava il rumore”.
Non aveva paura?
“A volte la curiosità è più forte della paura, anche se non nascondo che una volta sola mi è capitato di vedere non una sagoma ma fumo nero che dall’altezza delle mie ginocchia si sviluppava verso l’alto. Non ero in casa, ero fuori con il mio cane, era sera, e ricordo la sensazione che ho provato. Era come se avessi qualcuno alle mie spalle, mi sono girata più di una volta, ma non c’era nulla, poi mi ritrovo davanti ad questo fumo nero che si è dissolta non appena mi sono girata. L’unica cosa che ho pensato è stata che questo fosse un brutto segno”.
È successo qualcosa?
“No, in quella occasione per fortuna non è successo nulla, ma quando sono venuti i ragazzi del GIAP dopo un paio di giorni ero in bagno, premetto che la porta si apre esternamente, e mentre stavo uscendo l’uscio ha sbattuto all’improvviso ed è successo due volte. Chissà forse qualcuno si era arrabbiato perché avevo fatto entrare degli estranei dentro casa”.
Ha mai pensato di farla benedire questa casa?
“No, per me fino a quando non succede niente di male, non ci penso. Anzi, dopo l’esperienza con il GIAP c’è stato un periodo in cui non avvertivo più la presenza di questi fenomeni e confesso che un po’ mi mancavano. Ogni tanto si riaffacciano anche perché io ci parlo, non mi risponde nessuno, però ci dialogo”.
Queste cose alle quali sta assistendo da tempo le ha raccontate a qualcuno?
“Sì, solo agli amici più stretti”.
Come hanno reagito?
“Alcuni ci credono, altri no, questi ultimi hanno bisogno di toccare con mano, ovvero assistere a questi fenomeni per convincersi. Naturalmente sono rimasti un po’ spiazzati, ma conoscendomi, sapendo che non dico fandonie, restano un po’ perplessi”.
E’ riuscita a dare una spiegazione a tutto questo?
“Sinceramente non lo so. Forse, c’è qualche anima che non è ancora trapassata. Ho addirittura pensato che nelle case che ho abitato ci fosse stata qualche storia passata legata ai precedenti inquilini, ma non è così. Ho infatti chiesto a suo tempo a dei condomini dello stabile di Roma che mi hanno detto che nel appartamento che occupavo io ci abitava una signora anziana che successivamente è stata ricoverata e non se n’è saputo più nulla. La casa di Ladispoli era nuova, per cui nulla di particolare. Ho solo capito che questa, chiamiamola entità, è legata alla mia persona.
Com’è arrivata a questa conclusione?
“Ho avuto modo di incontrare dei ragazzi che si occupano di soprannaturale. Sono i ragazzi del Gruppo investigativo attività paranormali, svolgono le loro ricerche ed i loro interventi gratuitamente. Con le loro apparecchiature sono venuti una sera del 2012 a casa mia e hanno cercato di capire quello che stava succedendo. Ci hanno lavorato tutta la notte e abbiamo compreso che queste entità comunicano attraverso la luce. I ragazzi hanno acceso delle torce che hanno posizionato sul mio letto ed in base alle domande, a seconda della risposta, gli chiedevano di abbassare o spegnere la luce ed effettivamente loro lo facevano. Ovviamente le torce erano precedentemente state controllate e non avevano alcun difetto. Quindi dalle domande fatte e dalle risposte ottenute abbiamo concluso che era un qualcosa legato a me”.
Ha parlato di più entità, come mai?
“Abbiamo assistito a fenomeni che ci hanno portato a pensare che si trattasse di più entità perché mia figlia mi ha riferito di aver udito la voce di una donna che la chiamava per nome. Io sono stata chiamata da un bambino di tre o quattro anni all’incirca che ha detto mamma. Naturalmente non c’era nessuna donna o bambino in casa. E sinceramente in trent’anni è successo solo pochissime volte, si parla di cinque episodi in tutto. Due volte a mia figlia. Mentre a me è capitato di sentire la voce del bambino per ben tre volte nella stessa giornata. Poi nessuna voce”.
La sua famiglia com’è composta?
“Ci sono io, mia figlia, mio figlio e il cane che spesso inizia ad abbaiare senza un perché. Corre di sopra in camera, punta il letto di mia figlia ed il mio e abbaia verso la spalliera con lo sguardo nel vuoto e anche se lo prendo e lo riporto giù lui si avvicina alle scale e continua ad abbaiare come se avvertisse la presenza di qualcuno”.
Credere, non credere? A voi amici lettori rispondere, resta di fatto comunque che gli animali, è scientificamente dimostrato, abbiano delle facoltà più sviluppate degli esseri umani e questo non è un mistero, tant’è che riescono a percepire cose in anticipo come per esempio i terremoti. Ovvero eventi che a noi esseri umani riesce impossibile. Proprio come sembrerebbe impossibile che cose del genere possano accadere. Eppure, mai dire mai. E, come ripeteva il grande Eduardo De Filippo che forse aveva trovato il bandolo della matassa con il suo motto: non è vero ma ci credo.
Chi fosse interessato all’argomento, o avesse problemi simili, può contattare il Gruppo Giap Roma al sito www.giaproma.it.
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